Trama: climax e struttura secondo le tappe del Viaggio dell’eroe.

Proseguiamo il discorso iniziato negli articoli precedenti. Dopo una breve introduzione agli archetipi studiati da Vogler e un’esposizione nel dettaglio degli stessi, veniamo ora alla struttura in tre atti.

Prima di vedere quali sono le varie tappe studiate da Vogler (e prima di lui da Propp e Campbell), facciamo una piccola parentesi sui concetti di climax e di struttura della narrazione.

Per ottenere una buona storia, è necessario che vi sia un climax, ossia che la tensione narrativa si evolva secondo una curva (come in un grafico), prima ascendente e poi discendente.

La storia deve iniziare, poi la tensione deve salire, e salire e salire ancora, fino al punto di risoluzione. E qui deve discendere, via via verso l’epilogo. Climax infatti vuol dire “crescendo” (dal greco “scala”). Se in una storia manca questo climax, il risultato sarà deludente per il lettore, che non si ritroverà a tifare per i personaggi e non si sentirà così coinvolto nelle loro avventure.

Come costruire, dunque, una struttura che possa risultare interessante per il lettore?

Ancora una volta prendo spunto da Vogler, ma la stessa struttura veniva utilizzata già ai tempi di Aristotele, il classico arco narrativo delle tragedie greche. Solo che nelle tragedie greche tutto doveva avvenire nell’arco di un giorno e nelle epopee in un arco temporale lunghissimo. Però questo è un altro discorso e sto divagando.

Torniamo alle nostre tappe della struttura narrativa.

Atto I: partenza, salita.

Tutto inizia quando l’eroe si trova nel proprio mondo ordinario. A questo punto riceverà una chiamata all’avventura che lo spingerà a intraprendere il viaggio. Inizialmente ci può essere o meno un rifiuto della chiamata. Quello che conta è che a questo punto del viaggio l’eroe riceverà un aiuto (solitamente da parte del mentore) che lo spingerà poi a superare la prima soglia (dove troverà il primo guardiano della soglia).

Una volta accettata la missione, si entra nel mondo stra-oridinario. E qui una piccola parentesi è d’obbligo. Per “mondo ordinario” s’intende l’universo nel quale si muove l’eroe, quello che per lui è la normalità (che non è detto corrisponda a quella del lettore). Nel mondo ordinario iniziamo a intuire quale sia l’ambientazione.

Quando si entra nel mondo stra-ordinario la differenza con l’inizio della storia deve risultare palese, perché si entra nella parte “diversa” dell’opera. Si intraprende il viaggio e da quel momento in poi non è più possibile tornare indietro. Spesso il superamento della prima soglia corrisponde all’accettazione da parte dell’eroe della propria missione.

Ora, come dicevamo già per il capitolo precedente, il viaggio dell’eroe non si adatta solo ai romanzi fantasy o fantascientifici. L’eroe può benissimo essere una ragazza alla scoperta del primo amore e della propria sessualità (e in quel caso il mondo ordinario sarebbe la vita prima dell’innamoramento e il mentore, magari, un’amica più navigata) o può trattarsi di un poliziotto di un romanzo giallo (il mondo ordinario è quello prima dell’omicidio, il mentore lo sceriffo e così via).

Atto II: discesa, iniziazione.

Entriamo ora nella parte più corposa della storia. Vogler, provando a ipotizzare delle percentuali, asseriva che il primo atto dovesse comprendere il 25% dell’opera, il secondo atto il 50% e il terzo e ultimo atto ancora il 25%. Ovvio che le percentuali possono cambiare, ma generalmente è meglio farsi due conti prima di iniziare a scrivere e cercare di seguire questi numeri perché sono quelli di un racconto ben bilanciato.

Tornando al nostro eroe, lo abbiamo lasciato dopo il varco della prima soglia (quando ha accettato la sua missione), ora inizia la parte in discesa, la sua iniziazione. A questo punto dell’opera l’eroe incontrerà quelli che saranno i suoi alleati e i suoi nemici, si farà un’idea delle prove che dovrà affrontare. Per fare ciò cercherà di prepararsi al meglio (allenandosi, facendo piani e così via) e a questo punto inizierà la fase di approccio alla seconda soglia.

Il superamento della seconda soglia è solitamente il punto più alto del romanzo, la crisi, la prova centrale, il momento in cui l’antagonista viene affrontato e sconfitto.

Superata la seconda soglia, ci sarà per l’eroe il momento della ricompensa, quello in cui riprende fiato, si lecca le ferite e festeggia la vittoria.

Sempre per evitare di pensare al viaggio dell’eroe come qualcosa di tipicamente fantasy, vi faccio il solito esempio della ragazza al suo primo amore e del poliziotto che indaga su un omicidio. Le prove da affrontare possono essere la concorrenza di altre ragazze o la reticenza dell’oggetto del desiderio (per un romance) e l’omertà della popolazione locale e la presenza di indizi poco chiari (per un giallo).

Atto III : ritorno.

Si esce dal mondo stra-ordinario, per entrare in quello che sarà il nuovo mondo ordinario. Vediamo l’eroe sulla via del ritorno, scopriamo quale sarà la sua nuova vita dopo aver compiuto il suo viaggio e vedremo la risoluzione, l’epilogo della vicenda.

Il nuovo mondo ordinario che si è formato deve riportare le cose alla calma, allo status quo. Però l’eroe deve essere cambiato, non deve più essere la stessa persona di quando il viaggio è iniziato, deve essere cresciuto, maturato grazie alle esperienze fatte. In questo modo il lettore si sentirà soddisfatto della lettura.

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